sabato 2 agosto 2014


Nicole Moore non appartiene a nessuno. Ha 15 anni, c'è qualcuno che la rincorre lungo la strada principale. Sta scappando. Il fiato corto. Gli occhi sbarrati ed i capelli al vento. Si sentono delle grida dietro di lei. Qualcuno è arrabbiato e ce l'ha con lei. Una vecchietta esce da un vicolo laterale e lei le finisce contro. Ruzzola a terra. Si sbuccia un ginocchio. Il braccio destro. La guancia. Il dolore le percorre la schiena in maniera netta ed istantanea. Violenta persino. E quando scrolla la testa è già troppo tardi. Due mani grandi l'afferrano e la tirano su, trascinandola via.

Nicole non appartiene a nessuno.
Non a suo padre che continua, ancora oggi, a mandarle delle lettere nella speranza di ricevere una risposta che, in verità, non arriverà mai.
Alla donna che l'ha cresciuta, che l'ha incattivita e quasi segregata in una vita che non le è mai appartenuta e che non ha mai considerato sua.
Ai tre figli di quella donna. Ognuno con i suoi modi di fare. Con i suoi gesti. Chi con la malizia. Chi con il suono leggero di una risata. Chi con la sua passione. A travolgerla ed a farla sua. Li, in un vecchio fienile.
A tutte quelle persone che ha incontrato lungo la sua strada. Che l'hanno usata, come lei ha usato loro, e che - nonostante tutto - le hanno dato la possibilità di essere la donna che è ora. Dura ed incattivita. Un animale selvatico ed un pò forastico. Dall'aria sempre imbronciata.

Eppure oggi, Nicole Moore, sente di appartenere a qualcuno. A quell'uomo che, come lei, appare solitario. Che le ha aperto la strada per un qualcosa che forse - anche solo per un dannatissimo istante - ha sempre desiderato con tutta sè stessa. Un branco. Il suo branco. 


Ed in quel branco poi è comparsa un'altra figura. Più ambigua e meno diretta. Schietta nei modi al pari di una lama sottile. Nicole sente di appartenere ad entrambi. In maniera diversa. Per il primo è più un qualcosa di materiale e fisico. Un bisogno di correre nella notte per una lunga corsa senza sosta e senza limiti. Priva di ostacoli. Per l'altro è più mentale. Un qualcosa che le accarezza la pelle. Le fa rizzare i peli delle braccia e le scorre lungo la schiena come un brivido sottile. 

Non sa quanto potrà durare tutto questo ma - ora che apre gli occhi ritrovandosi da sola nella sua stanza sullo skyplex - Nicole Moore sorride.