domenica 2 novembre 2014

Fear

E' notte tarda ma Nicole Corradine Moore non riesce a dormire. Nonostante le luci accese, Spritz sul letto con il muso poggiato contro una coscia nuda e la pistola sul comodino, lei non riesce a dormire. Ha addosso un'ansia particolare. Una sottile diffidenza verso il mondo che la costringe a stare con gli occhi sbarrati e le ginocchia raccolte in grembo per timore che qualcuno - proprio li nel buio - le strappi via a morsi un altro pezzo di vita. Quella che sta cercando - passo dopo passo - di recuperare.
 .Non è il buio che fa paura. 
Osserva la parte vuota al suo fianco li nel letto. Avrebbe voluto vederci scivolare qualcuno..in religioso silenzio..Avrebbe voluto lasciarsi semplicemente abbracciare senza pensare a niente..Avrebbe voluto quelle quattro braccia attorno a sè. Braccia che non riesce ad avere..Avrebbe voluto solo un sorriso.. 
L'istinto di prendere il cortex è forte. Così forte che le squassa il petto in un sussulto evidente. Non lo fa invece. Resiste scorticandosi le labbra con i denti fin quasi a farle sanguinare. 
  • Ripensa alle promesse fatte. Alcune dette ma mai mantenute. 
  • Ripensa ai tatuaggi sulla pelle. Quelli che non ha lei - che non avrà mai - che le ricordano un appartenere sempre più lontano..Per non ricordare a sè stessa che - forse - non l'ha mai davvero avuto.
  • Ripensa all'offerta di un luogo di pace..Sempre più vicino e sempre più desiderato.
  • Ripensa alla prigione.
Nicole Corradine Moore sa di doverne uscire da sola. Di non poter fare affidamento su nessuno - anche se vorrebbe. Non lo fa per scelta. E' così. Lo sa, lei, ora che osserva il setter bianco steso sul letto. 
"Siamo solo noi due, vero bello?" 
Spritz abbaia. Forse capisce. Lei - alla fine - rimbocca le coperte ed allunga la mano per spengere la luce. Le dita tremano appena.  
Se quella notte il buio passerà per divorarla forse avrà trovato solo la scusa per poter piangere in silenzio.

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