lunedì 15 settembre 2014

Nicole Corradine Moore è tornata sullo skyplex senza un fiato nè un lamento. La testa alta e lo sguardo serio ed assorto. I capelli non più in ordine. Quell'ordine che non le appartiene e che qualcun altro ha scelto per lei. Ancora una volta. Legge le notizie sulla rete cortex che non parlano di lei ma che le rivelano - ancora una volta - quanto sia stata stupida
Il senso di colpa le scivola sulla pelle come un serpente a sonagli. Le stringe il cuore fin quasi a fermarle il respiro, ciò nonostante lei non tentenna. Nicole Corradine Moore continua a camminare verso la panoramica per lasciare che gli occhi si perdano nell'immensità dell'universo. Li dove - forse - può non vacillare. Puzza di alcol nonostante la schiena dritta e la posa composta. Puzza al punto tale da far allontanare quelli che ha attorno. Qualcuno chiama la sicurezza. Nicole Corradine Moore li lascia venire osservandoli dietro una patina ovattata. Che ha il gusto amaro di qualcosa di non detto. Uno di loro l'accompagna nella sua stanza. Lei ci entra dentro osservando distrattamente il cucciolo steso tra i cuscini. Un'altra di quelle cose che qualcun altro le ha suggerito di fare. Non è nata da una sua idea di fondo. Il cane abbaia appena. Le gira la testa. Non fa in tempo a sedersi sul letto. Non ci arriva nemmeno. Il tonfo per terra è sordo. Sa di sporco quasi quanto è sporca lei che sente il sangue di quel bambino tra le dita. Timothy Banks, 10 anni. Quelle semplici parole le stringono il cervello. Le arroventano l'anima come se qualcuno ci stesse infilando dentro un coltello dalla lama appena scaldata. Bruciante come l'alcol che - poco dopo - le risale lungo la gola. Rimette anima e rabbia. Rimette delusione e disagio. Rimette anche impotenza. Quella che l'ha vista scappare via di fronte alle parole di Owen. Nicole Corradine Moore sa che lui l'ha fatto per proteggerla. Per evitarle ulteriori domande. Per evitarle ulteriori guai. Respira a fatica sentendo l'odore forte dell'alcol stampato sul pavimento. Il cane la guarda con la testa reclinata di lato. Lei risponde a quello sguardo con gli occhi lucidi. La mascella serrata.
Sa che avrebbe potuto salvarli entrambi. Sa che sarebbe riuscita ad evitare tutto. Sa che per ogni cosa - anche il fatto che adesso dovranno vedersi come due amanti clandestini - la colpa è solo sua. C'è rumore di qualcosa che si rompe. Rumore di cocci in terra. Di specchi che vengono distrutti. Di lenzuola strappate e sedie rotte. C'è rumore nella camera di Nicole Corradine Moore. Ed è il rumore dell'anima che - senza preavviso - s'è appena spezzata.

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