sabato 15 novembre 2014

History of lies

L'uomo è l'animale più infedele e bugiardo di tutto il Verse. Nicole Corradine Moore se ne rende conto l'attimo in cui si ferma di fronte allo specchio della sua nuova camera da letto nel ranch. Nuova vita, nuovo inizio. Indossa un abito dai ricami sottili e pregiati. Fino a due ore prima lo stringeva tra le dita delle mani con l'impulso di farlo in mille minuscoli sottili pezzi. Gli stessi in cui s'è spaccato il suo cuore. Milioni di piccoli pezzi. Poi - alla fine - ha voluto semplicemente provarlo.
Era il frutto di una promessa - di un'altra bugia.
Gli occhi scorrono dal basso verso l'alto risalendo lentamente lungo le gambe lasciate nude in quel gioco vedo-non vedo che avrebbe voluto sperimentare, almeno una volta. Segue la curva sinuosa dei fianchi li dove ha visto poggiare mani desiderose mentre le labbra chiedevano "Non lasciarmi".
Ha continuato quella risalita all'altezza dell'ombelico e poi via su tra i seni. Sei preziosa. Teme una sola cosa. L'abisso che potrebbe vedere riflesso in quegli occhi verdi.
Li raggiunge in quel momento e non si riconosce. Sei mia. Il vuoto che ne rischiara il verde è quasi come un mare in tempesta. Forte e burrascoso. Le braccia si avvolgono in un abbraccio che fa male. In cui si rannicchia nella speranza di svegliarsi e sapere che è stato solo un brutto sogno - o un incubo. E che lui è ancora li. Dietro di lei, magari, che aspetta di vederla comparire per strapparle di dosso proprio quei vestiti. Sei sempre stata mia. C'erano tante promesse. C'erano tante parole vuote ed un Ti amo di troppo che non avrebbe mai voluto sentire.
Sei forte, puoi fare tutto. 
Avrebbe voluto gridare al mondo di essere sua. Avrebbe voluto correre tra quelle quattro mura per sentire - di nuovo - le mani di un ragazzo dai capelli rossi che la prende in braccio per trascinarla dietro un angolo. L'impulso di una sveltina solo per il desiderio di stare assieme. Avrebbe voluto tante cose, Nicole Corradine Moore. Ed ha fatto l'unica che le ha spezzato il cuore. Ti ho spezzato il cuore ed ho spezzato anche il mio.
Torna a guardarsi nello specchio. Torna a chiedersi chi c'è dietro quello sguardo e quel vestito - che non sa se tenere o se rimandare indietro.  

Preferisco lasciare entrambe, piuttosto che farvi stare lontane
Sorride in quel momento. L'uomo è l'animale più infedele e bugiardo di tutto il Verse.    E lui è il peggiore di tutti.

venerdì 7 novembre 2014

Safety

Parlare con Grace Sullivan è stato liberatorio. Farlo con Zoey Miller invece è stato devastante. Aver detto ad una delle cose ed averne negate alcune all'altra. Aver sentito scorrere tra le dita i pezzi di una vita che sta cercando di rimettere in piedi. Perchè Nicole Corradine Moore sa che - più vanno avanti - più dovranno stare attenti. Sa che più passa il tempo meno possibilità ha di stare con lui. Doveva essere più facile. Invece - ogni giorno - diventa più difficile. Ed è tutto più semplice quando c'è lui vicino. 
Si guarda nello specchio stretta in quel maglioncino multicolor che ha trovato in un vecchio banco nei pressi dei sobborghi. Sta meglio. Lo si vede dalle guance. Lo si vede dalla pelle e dalle occhiaie. Lo si vede dai piccoli gesti con cui si sfiora, sistemandosi i capelli e mettendo un filo di matita nera sugli occhi. La riga che Daphne Kim le ha insegnato a disegnare sulla pelle. Tra le ciglia spesse.
Si guarda e solo ora inizia a riconoscersi un pò. Ora che ha quasi smesso di aver paura. Il buio non la spaventa più come prima. Non ha lo stesso effetto. Piano piano inizia a recuperare sicurezza. Le dita tremano meno quando stringono - tra le mura del suo appartamento - quella vecchia weyland. Sono solo gli occhi quelli che non ce la fanno. Gli occhi che - ancora - non ne vogliono sapere di tornare a sorridere. Conservano pezzi di una vita che non avrebbe mai desiderato conoscere. Vita che l'ha resa comunque più forte del previsto.  
Mi fa piacere sentirtelo dire. Sei forte, puoi fare tutto. 
Ci sono cose che - tuttavia - sa di non poter fare. Tutto sommato, ride. A lei basta poter camminare mano nella mano con il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi. Quello che la guarda e la stringe tra le braccia. Quello che - pur nascondendosi - continua a dirle che è l'aria con cui riesce a vivere. A lei basta questo. Tutto il resto verrà da sè. 

domenica 2 novembre 2014

Fear

E' notte tarda ma Nicole Corradine Moore non riesce a dormire. Nonostante le luci accese, Spritz sul letto con il muso poggiato contro una coscia nuda e la pistola sul comodino, lei non riesce a dormire. Ha addosso un'ansia particolare. Una sottile diffidenza verso il mondo che la costringe a stare con gli occhi sbarrati e le ginocchia raccolte in grembo per timore che qualcuno - proprio li nel buio - le strappi via a morsi un altro pezzo di vita. Quella che sta cercando - passo dopo passo - di recuperare.
 .Non è il buio che fa paura. 
Osserva la parte vuota al suo fianco li nel letto. Avrebbe voluto vederci scivolare qualcuno..in religioso silenzio..Avrebbe voluto lasciarsi semplicemente abbracciare senza pensare a niente..Avrebbe voluto quelle quattro braccia attorno a sè. Braccia che non riesce ad avere..Avrebbe voluto solo un sorriso.. 
L'istinto di prendere il cortex è forte. Così forte che le squassa il petto in un sussulto evidente. Non lo fa invece. Resiste scorticandosi le labbra con i denti fin quasi a farle sanguinare. 
  • Ripensa alle promesse fatte. Alcune dette ma mai mantenute. 
  • Ripensa ai tatuaggi sulla pelle. Quelli che non ha lei - che non avrà mai - che le ricordano un appartenere sempre più lontano..Per non ricordare a sè stessa che - forse - non l'ha mai davvero avuto.
  • Ripensa all'offerta di un luogo di pace..Sempre più vicino e sempre più desiderato.
  • Ripensa alla prigione.
Nicole Corradine Moore sa di doverne uscire da sola. Di non poter fare affidamento su nessuno - anche se vorrebbe. Non lo fa per scelta. E' così. Lo sa, lei, ora che osserva il setter bianco steso sul letto. 
"Siamo solo noi due, vero bello?" 
Spritz abbaia. Forse capisce. Lei - alla fine - rimbocca le coperte ed allunga la mano per spengere la luce. Le dita tremano appena.  
Se quella notte il buio passerà per divorarla forse avrà trovato solo la scusa per poter piangere in silenzio.

lunedì 20 ottobre 2014

Into the deep

Non c'è più tempo per lasciarsi andare. Nicole Corradine Moore l'avverte nell'attimo in cui il suo c.pad suona furiosamente. Non c'è più tempo per pensare a quella pistola poggiata sul comodino che qualcuno le ha detto di infilarsi in bocca per non sentire troppo male. Una morte rapida ed indolore sempre se indolore si può definire la fredda canna di una pistola che ti apre la testa. Non c'è tempo neanche per rimettere l'anima e cercare di far affievolire la pesantezza che si trascina da settimane, quella legata agli antidolorifici che prende.
Raccatta due cose. Quelle più facili da trasportare poi il c.pad suona di nuovo.  
Seven Hills. Ti aspettiamo la. 
Sa esattamente chi è senza bisogno di rispondere. Macina pensieri uno dietro l'altro mentre lascia l'appartamento e sparisce. Così com'è arrivata. Non un suono. Non un lamento. Niente di niente. Raggiunge un pianeta freddo con il solo fottuto desiderio di stringere tra le braccia le persone che ama.
Daphne Kim che le riversa addosso l'amore per la Head anche se non a parole, lo fa a gesti. Che le dice che non doveva andare così. Che non è giusto. Daphne Kim che beve al posto di tutti per affondare nell'alcol un dolore che si porta dietro da settimane. No, forse - persino - anni.  
Non è un addio. E' un arrivederci. Troveremo sempre il modo di stare assieme.  
Nel momento in cui lo dice è sincera ma gli occhi si spostano su quella figura che non ha ancora detto parola se non qualche suggerimento su cosa fare. Razionale, freddo e calcolatore. Attento semplicemente. Si avvicina per un contatto. Stupido che possa essere sotto quelle parole che le chiedono di fare attenzione. No che la obbligano a promettere che farà attenzione.
Lo bacia in silenzio. Un bacio che sa di birra. Vorrebbe dirgli "Ti amo" e sentirselo scivolare addosso, sulla pelle come non hanno mai fatto. Vorrebbe stringerlo con tutta la forza di questo mondo perchè - lo sa - che se torna ad essere quell'aria fresca della sua vita deve farlo nel migliore dei modi. Portando conforto. Null'altro. Non fa niente di tutto questo invece. Non lo guarda neanche quando parla. 
Prometto. 
Se ne va lasciandoli li. Dentro quel bar. Se ne va senza guardarli. Se ne va senza un lamento. Spalle dritte e schiena tesa mentre i muscoli fremono per quel nervoso che le cresce dentro. Secondo dopo secondo. Passo dopo passo. Non si volta perchè non ce la farebbe ad andare via altrimenti. Stringe i denti. Stringe i pugni. Mai come ora desidera tenerli al sicuro. Conosce solo un modo per farlo. E farà di tutto per metterlo in pratica. Ed il baratro non è mai stato così vicino come lo è ora.
Prometto. 

giovedì 16 ottobre 2014

The Mummy

Qualcuno le ha sfondato la faccia con un calcio. Le ha fatto saltare la mascella. L'ha costretta in un limbo da cui non riesce ad uscire. Da cui non può uscire.  
Se n'è andata per questo. Si è fatta portare via dall'unica persona che - per ora - riesce a metterle le mani addosso. Perchè Nicole Corradine Moore non si farebbe toccare da nessun altro se non da suo padre.  Sta fissando il soffitto di una clinica che non sente sua. Che non ha mai visto. Non è casa perchè non c'è nessun posto che lei riesce a chiamare davvero casa. Non ha i colori del suo appartamento. Non ha i colori della sua camera sulla lattina. Non ha niente che le ricordi qualcosa. E' solo un soffitto marrone. Un pò anonimo che guarda perchè non ha la forza per fare altro stesa su quel letto d'ospedale. 
L'ha operata da poco Gustav Beauregard. Le ha detto che è andato tutto bene ma che - per la sua sicurezza - dovrà lasciare presto Safeport. Sa di non poter rimanere. In parte non vuole neanche farlo. Ha il viso fasciato. La mascella bloccata. La voce che esce metallica. Che non riconosce e non le appartiene quasi come tutto quello che la circonda. Compreso l'uomo che ama.  
Che è combattuto e costretto - quasi quanto lei - in quel limbo da cui non possono uscire. Ci sono due mamme che litigano. Che si azzuffano come due bambine indispettite. E si sa che quando i genitori litigano chi ci rimette sono sempre i bambini.  
Qualcosa scorre nelle vene in quel momento. Il medico somministra una dose di antidolorifico direttamente endovena. Non ci vuole molto perchè la vista s'appanni. Inizi a vedere sempre di meno fin quasi a lasciar sparire ogni cosa lasciando spazio solo a delle voci in lontananza. Poi - piano piano - spariscono anche quelle.  
Lasciano - per un attimo - spazio solo ai pensieri. Danno modo di portare a galla alcune cose. Il messaggio di Daphne Kim che si scusa e che le dice che c'è un pollo con le patate, da qualche parte, ad aspettarla. Di un medico che le dice che ha avvertito una persona. Quella persona e che lui vorrebbe passare a trovarla.  
Non voglio vederlo. Continua a ripeterlo dentro la sua testa, Nicole Corradine Moore, ben sapendo che non c'è niente - se non quel sorriso - che la fa stare bene. Non c'è niente - se non quegli occhi grigi - che riesce a mozzarle il fiato.  
Fai ciò che reputi più giusto. 
Mai come ora quelle parole le sembrano così maledettamente fuori posto. 

martedì 14 ottobre 2014

After the night

E' rientrata nella sua camera a piedi nudi visto che le scarpe - troppo alte per lei - le tiene infilate tra indice e medio della mano destra. E' entrata in camera sua in punta di piedi con gli occhi stanchi. E' un pò spossata, Nicole Corradine Moore, dopo una giornata che non sembrava finire mai.  
Lascia cadere le scarpe a terra richiudendo con un piede la porta dietro le sue spalle. Spritz, sul letto, la guarda con la testa reclinata di lato. Lei gli sorride. C'è sempre la Solo dietro tutto quel trucco e quel corpetto stretto che - piano piano - prende a slacciare riprendendo, forse solo in quel momento, a respirare davvero.  
L'ha cercato con lo sguardo per tutta la sera. L'ha trovato intento a parlare prima con una poi con un'altra persona. Troppe donne e tutte con troppi problemi. Ha lasciato correre concentrandosi su quello che aveva attorno. Zoey Miller delusa dalla decisione di Gustav Beauregard. Medico che si è sposato senza avvertire nessuno. In una chiesetta bianca in mezzo ai campi coltivati. Li dove l'odore di casa è più forte e fa tornare tutti un pò bambini. Compreso lui.  
A differenza della rossa, Nicole Corradine Moore, non è rimasta ferita dalla sua scelta. Ha capito. Ha saputo comprendere ed ha gioito della sua felicità anche se questa ha fatto male a tante persone. Non a lei che - sorridente - gli ha fatto solo i complimenti. Anche se gli ha strappato una promessa ed un viaggio. Li in quella casa dove lui vorrebbe portarla.  
Lascia cadere i vestiti - o quello che ne rimane - in terra infilandosi a piedi scalzi in bagno. Si guarda allo specchio in quel momento cercando - dietro quella maschera e quei boccoli - la donna che conosce e che - tutto sommato - non ha mai smesso di essere. 
Ripensa alle sapienti mani di Daphne Kim sul viso mentre la trasforma e la nasconde. Ripensa al viso della donna ora più sorridente del solito. Più solare e meno preoccupata. Sa che sta mangiando,Nicole Corradine Moore, e - in cuor suo - ne è felice. 
E ripensa anche ad un paio di occhi verdi. A delle lentiggini ed ai capelli rossi di un uomo che l'abbraccia trascinandosela cavalcioni sopra le gambe. Ad un uomo che - per la prima volta forse - si lascia andare con slancio contro di lei, tirandosela in braccio come se non potesse farne a meno. Ripensa a quelle chiavi che tintinnano di fronte all'uscio di casa, li dove - tra una risata ed un paio di baci - ha stretto le gambe attorno ai suoi fianchi. 
Nicole Corradine Moore apre l'acqua della doccia lasciando che questa scorra lenta sulla pelle. Non ha avuto modo di portarlo via durante la serata ma - tutto sommato - sa che, da oggi potrà approfittare maggiormente della sua presenza. 
E chissà se - un giorno - non saranno gli occhi grigi quelli che potrà vedere nascosti - magari - dietro un paio di occhiali scuri.

martedì 7 ottobre 2014

Pieces

Sono successe un pò di cose. Alcune sono andate al loro posto, altre - invece - continuano a non darle tregua. 
Nicole Corradine Moore avanza lungo la passeggiata guardando distrattamente all'indirizzo del mare. Il freddo inizia a percorrere Capital City come se non ci fosse un domani. Ha guadagnato dei soldi senza muovere un fottuto muscolo. Sta mettendo da parte un bel gruzzolo ma siamo ben lungi dall'essere felici.
Ha l'aria un pò tesa di chi vorrebbe di più. Di chi si rende conto di essere - improvvisamente - diventata avida : di soldi e di carezze. Di attenzioni. Di qualsiasi genere esse siano.  Si sente un pò in colpa per questo, Nicole Corradine Moore. Ha già tanto e vorrebbe di più.
C'è stato un giorno in cui s'è ritrovata a fissare l'immagine riflessa nello specchio e chiedersi se la persona che sta diventando, sotto l'aiuto di qualcuno troppo in alto e così maledettamente irraggiungibile, è quella che vuole essere o meno.  
C'è un noi nell'aria. Gli occhi corrono velocemente all'indirizzo dell'armadio, li dove un abito dai ricami precisi, le ricorda che non è sola. Che - probabilmente - non lo è mai stata. Ma c'è quel groppo nella gola che non va mai davvero via. Che la lascia spossata ed inappagata. Insofferente. Si rende conto di essere gelosa, Nicole Corradine Moore. Per la prima volta in vita sua, sa di essere gelosa e non doversi preoccupare di niente. Si fida e non si fida. Non teme e teme. E' una lotta continua per chi - a quei sentimenti - non è mai davvero stata abituata. 
Daphne Kim ha lasciato l'ospedale. E' tornata a casa e mangia. Poco ma mangia. Non l'ha abbandonata ma ha bisogno di staccare un attimo la spina poi tornare a cercarla. C'è qualcosa che non le piace e che la tiene sul chi va la sempre. Costantemente. L'ha promesso a sè stessa che cercherà - in tutti i modi - di proteggerla. A costo della sua stessa vita che sa non valere poi così tanto. 
Gustav Beauregard che la fa ridere. Che la tratta come una figlia. Che le dice cos'è giusto fare e cosa non è giusto. Che la spinge - costantemente - ad essere più decisa quando si tratta di prendere una decisione che riguarda la sua felicità. Anche se rischia di fare male più di quanto lui possa immaginare.  

Si ferma poggiando le braccia lungo il parapetto che la separa dalla spiaggia. Si accende una sigaretta. Abbassa il viso per guardare distrattamente il c.pad poi manda un messaggio a cui neanche aspetta una risposta. Lo fa perchè vuole farlo. Tornerà a guardare il mare poco dopo, Nicole Corradine Moore. E lo farà sorridendo.